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Paolo Mazzanti

SGUARDI SOSPESI – PAVIART 2018

“Sguardi Sospesi” reinterpreta i volti dei bambini, degli adulti e dei vecchi senza età per cogliere il momento più intenso, lo sguardo che viene estratto dal suo contesto per prendere vita su uno sfondo totalmente nero o una superficie specchiata, un ambiente neutrale, astratto, una dimensione di “sospensione” nello spazio e nel tempo.

Sono le caratteristiche, i lineamenti, i colori dei visi a raccontare le diverse etnie e civiltà. Un reportage fotografico ed etnografico che spazia dagli abitanti dell’America del Sud, ritratti con colori accesi all’azzurro glaciale dei popoli della Mongolia. Dallo sguardo intenso della bambina del Pakistan che rimanda alla “Ragazza Afghana” di Steve McCurry ai popoli dell’Asia e dell’Africa. Un mondo esplorato anche attraverso le antiche tradizioni, i culti e le feste, che ricordano il percorso di ricerca che intraprese Ferdinando Scianna negli anni 60 documentando le feste religiose in Sicilia, anch’egli, come Mazzanti, interessato alle manifestazioni del mondo contadino e agli studi antropologici.

Gli uomini, le donne e i bambini di Paolo Mazzanti richiamano alcuni personaggi del film documentario Human del regista e fotografo Yann Arthus-Bertrand, presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2015. Nell’opera cinematografica, come nel progetto fotografico “Sguardi Sospesi”, gli autori indagano su cosa vuol dire essere uomini rivolgendosi direttamente alle singole persone, mettendole in primo piano e sospendendo i loro volti su uno sfondo nero per sottolinearne i tratti, perché – come ha affermato il regista Yann Arthus-Bertrand – «Non è nelle statistiche, nelle analisi che ho cercato la risposta, ma nell’uomo. Per me che fotografo il pianeta è nei volti, negli sguardi, nelle parole che vedo un modo forte per approfondire l’animo umano. Non c’è niente di più forte di qualcuno che ti guarda dritto negli occhi e ti apre il suo cuore.»

LA MOSTRA È STATA OSPITATA